La figuraccia di Elon Musk diventa virale. E lui vende

Molto probabilmente hai già visto il video della figuraccia che Elon Musk ha fatto qualche giorno fa, durante la presentazione della suo nuovo cybertruck: un suv a motore elettrico capace di passare da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi e di trainare un peso fino a 6 tonnellate e mezzo, dal design rivoluzionario.

La presentazione si è tenuta con una diretta mondiale dove ad un certo punto l’imprenditore sudafricano ha deciso di dare prova pratica dell’infrangibilità dei vetri della macchina sferrando contro di essa una sfera di metallo.

Il vetro però si è rotto e l’episodio ha fatto il giro del mondo: video sui social, tweet, servizi al telegiornale sono rimbalzati ovunque. Poi sono iniziati i commenti: anche noi ne stiamo parlando.

In pratica chiunque non fosse collegato alla diretta del magnate di Tesla è comunque venuto a sapere dell’accaduto. L’episodio è stato bollato da tutti come una figuraccia ed in effetti è difficile vederla diversamente, così di primo acchito, anche se Musk ha fatto buon viso a cattivo gioco e poi ha condiviso sui suoi social il video della prova fatta poco prima e andata a buon fine.

A distanza di giorni però la vera notizia è che in sole 24h ha ricevuto 140.000 prenotazioni per un oggetto che è ancora un prototipo, non costerà meno di 39.000$ e ha dimostrato di essere ben lungi dalla perfezione sbandierata.

Con questi soldi sicuramente potrà finanziare il suo sviluppo e perfezionamento.

Ora il dubbio viene spontaneo: e se questa scena fosse stata voluta e costruita per rendere virale la notizia e arrivare anche a coloro che non avrebbero mai seguito una notizia destinata inizialmente agli appassionati e agli addetti ai lavori?

La domanda non è peregrina e molto probabilmente questa potrebbe essere stata una mossa pubblicitaria vera e propria.

Ma può esistere una pubblicità che si basa su un fiasco e sostanzialmente su un ritorno negativo d’immagine?

Nell’era dei social e di internet il concetto di pubblicità si sta ridefinendo molto. Non è solo una questione di strumenti ma di approccio: azioni che rafforzano il brand cedono sempre più il passo ad azioni mirate ad aumentare le vendite.

Anzi, sempre più spesso è la vendita che rafforza l’immagine.

Nel valutare un’azione di marketing quindi bisogna considerare quale fosse lo scopo e l’obiettivo iniziale.

Sulla strategia di Musk vorrei soffermarmi anche su un altro aspetto interessante: lui ha sempre sviluppato idee e le ha vendute. Con le vendite e le prenotazioni dei suoi concept, con già i soldi in cassa, si è finanziato lo sviluppo vero e proprio del prodotto. Se non avesse avuto alcun interesse del mercato avrebbe evitato un flop clamoroso con migliaia di macchine invendute e catene di montaggio ferme.

Vendere prima di avere il prodotto, o con un prodotto ancora da ultimare, è una strategia che aiuta la crescita di startup e aziende innovative: queste si possono concentrare sulla realizzazione di un MVP (prodotto minimo funzionante) e iniziare a venderlo per sondare il mercato o finanziarne il reale completamento.

Vendere in quest’ottica è cruciale non solo per il bilancio ma per la riuscita del tuo prodotto: grandi e dispendiose campagne di brand identity perdono di significato per lasciare posto a KPI e metriche sempre più accurate e specifiche.

Chissà se Elon Musk è semplicemente un fenomenale PR che riesce a volgere le situazioni a suo favore, o uno dei massimi interpreti della filosofia LEAN che ha il coraggio di sfidare convenzioni e buonsenso pur di vendere.

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